Nella culla della Magna Grecia e a due passi dal mare, la Calabria secondo Davide Milone e Michele Sotero sogna solo di essere celebrata come si conviene, ad esempio con un degno bicchiere d’amaro. Amici sin da piccoli, i due hanno messo in piedi una realtà nella complessa Calabria per dire la loro in fatto di liquoristica. Grazie a una leggenda antica e a una buona idea, ecco come l’Amaro Milone si è trasformato in un “cordiale forte” per storytelling e gusto, la sintesi perfetta per una storia a dir poco mitica.
L’avventura di Davide e Michele non nasce esclusivamente dal lavoro. Come tanti inseparabili amici, che almeno una volta nella vita hanno sognato di aprire un bar, loro hanno sempre desiderato realizzare qualcosa di grandioso dal sound Calabrese «Da piccoli abitavamo nello stesso quartiere, mio nonno era la persona che vendeva le spezie al mercato cittadino, prendeva in fitto i terreni e li coltivava e produceva anche olio e vino e intrugli vari, quindi io ma anche Davide con suo nonno, abbiamo vissuto questa esperienza umile ma preziosa, abbiamo sempre avuto una buona dimestichezza con profumi e infusi – Così Michele ama iniziare a raccontare questa storia che porta all’Amaro Milone – Come spesso accade da queste parti, crescendo si prendono altre vie, quindi ci si perde di vista e così è successo anche noi due. I percorsi di studio ci hanno portato ben lontano dal settore della liquoristica – Davide specializzato nel settore tecnologico e Michele con un Dams alle spalle – ma ci siamo sempre ritrovati al paese con quella stessa voglia di costruire qualcosa di unico, che ci identificasse e si radicasse nel territorio». Una realtà che si intreccia con tempi non facili e con terre non sempre generose e ospitali, ma stavolta, una buona idea e quel pizzico di perseveranza, forse hanno fatto la differenza.
Il mito si fa amaro
Alla fine quell’occasione si è presentata sotto il segno del mito di Milone – tra i simboli più noti a Crotone e in Calabria, culla della Magna Grecia. Il prodigioso atleta dalle due anime, competitiva e sportiva, politica e combattente, è riuscito a fare breccia nei cuori dei due che hanno preso un frammento di questa vita e hanno sviluppato qualcosa di unico «Di Milone esistono tante storie, ma tra le più interessanti c’è quella legata ai suoi tradizionali banchetti. Si dice che l’atleta non concludesse mai un pasto senza assaggiare un nettare corroborante composto da erbe del Bosco Sacro di Hera Lacinia – dice Michele – Su questa scia, nel 2018, con Davide siamo andati alla ricerca di una ricetta per un liquore quanto più fedele possibile alla leggenda, o almeno che potesse ricordarla e, allo stesso tempo, rappresentare il territorio crotonese secondo noi. Abbiamo trovato il mirto – si, proprio in Calabria – l’angelica e da qui l’idea di un digestivo rinvigorente ha iniziato la sua trasformazione in un reale infuso. Abbiamo poi aggiunto genziana, liquirizia, erbe amare e altri 20 elementi, tra cui un agrume speciale, selvatico, chiamato piretto». Un match diverso dal solito.
Così nasce Amaro Milone – il primo delle due versioni – dal colore ambrato e dagli aromi ben definiti, che ricordano un mediterraneo pronto a esplodere al naso e al gusto. Ma com’è nata la ricetta migliore ce lo spiega Michele «Dai nostri esperimenti quasi da piccoli chimici sono venute fuori 13 ricette e facevamo i nostri test anche con un parterre di amici. Ogni sera ci incontravamo per testare più di una formula. L’obiettivo era ricordare il giorno dopo la ricetta più buona in modo da portarla in bottiglia perché di successo». Dopo diversi conviviali confronti la composizione che ha visto la luce c’è stata, però in controtendenza con gli amari in voga troppo dolci, troppo caramellati. Il liquore si distingue per un raffinato corredo olfattivo in cui la genziana della montagna calabrese non fa sconti a nessuno, la parte agrumata e floreale piace sempre, non stanca, pulendo il palato dopo il pasto. Lo zucchero c’è e si sente, ma non disturba mai, anzi. Si tratta del minimo indispensabile per mettere d’accordo chi è alla ricerca di un liquore da fine pasto delizioso, diremmo una platea di appassionati destinata ad allargarsi sempre di più.
Per chi vuole osare il tutto e per tutto c’è il Milone Nero. Si tratta della versione amarissima nata dall’infusione di altre erbe e spezie più forzute come assenzio, china, liquirizia, un’altra faccia del fine pasto da non bere mai e poi mai ghiacciato. È adatto per quel pubblico che ama mettersi alla prova con prodotti davvero senza un grammo di zucchero «Il consumatore attento apprezza il nero e odia i prodotti da servire ghiacciati, vuole divertirsi fino infondo a tavola. Noi, in entrambi i casi, ma specialmente con il Milone Nero, consigliamo una bevuta a temperatura ambiente o al massimo con qualche grado in meno dopo un breve passaggio in frigo». Questo prodotto più settoriale colpisce chi ama esclusivamente il fine pasto eroico. Si tratta di un risultato venuto fuori certamente dal gusto personale, ma soprattutto dall’esperienza e dai feedback raccolti dai due produttori nel corso eventi in cui il Milone si è dimostrato sempre all’altezza della situazione, ma senza un fratello dalle spalle ancora più forti.
Dalle prime 700 bottiglie, oggi Amaro Milone di strada ne ha fatta, basti pensare che la produzione media ha toccato le 30.000 bottiglie, tutte realizzate seguendo una linea che non scende per niente a patti con l’omologazione. Un packaging accattivante ed evocativo, quindi ecco una bottiglia trasparente con un inserto in rame e una miniatura che ritrae Milone nella versione sportiva. Secondo Davide «Tutto ciò che abbiamo fatto e che ancora facciamo può definirsi home made. Anche le grafiche sono state realizzate da noi perché far tradurre in immagini la cifra stilistica da mantenere non è semplice, allora abbiamo preferito così». L’altra faccia di Milone, invece, che nasconde un packaging ancora più prestigioso e una ricetta più strong, riporta una storia molto nota in cui il colosso crotonese ha sconfitto i sibariti solo travestendosi da Ercole e incutendo paura ai 3.000 soldati pronti all’attacco. Un’immagine evocativa è riportata sulla lastra di rame caratterizzante l’amarissimo calabrese secondo i due produttori. Con queste premesse distruggere la pesantezza del post pranzo o cena è possibile.
La Calabria non è più così dolce al bicchiere
Per tutti quelli che “la Calabria è identificabile con un unico amaro”, quest’oggi dovrà cambiare idea e consegnarsi alla curiosità di un prodotto diverso dal solito e costruito proprio per sfatare quei famosi luoghi comuni che sanno tanto di faciloneria. Amaro Milone nasce dopo aver compreso cosa sta cambiando in fatto di tendenze alcoliche, quindi se il consumatore medio inizia a destarsi dal torpore del bicchierino ghiacciato dopo pranzo, qualcosa vorrà pur dire. È proprio su questi punti che i due ragazzi del Liquorificio Lacinio si sono messi in ascolto, misurandosi con un mercato sempre più consapevole, non solo attento alle mode passeggere.
I risultati sono visibili anche sulla rete di distribuzione «Ci posizioniamo nel settore horeca puntando alla ristorazione e alla mixology di livello. Siamo in hotel, ristoranti e bar italiani, ma presto anche all’estero, dove l’amaro si fa apprezzare e le prospettive di crescita sono ampie. Amaro Milone, oggi si beve liscio e miscelato, dalla Calabria fino a Roma, dove siamo presenti con una rete capillare costruita nell’ultimo anno e mezzo. Da poco abbiamo avviato anche un nuovo mercato in Lombardia prospettando una crescita graduale e organica attraverso una buona rete di distribuzione». A dirlo è Davide che oggi vede il risultato di un rischio, di sacrifici e di tanta forza, concretizzarsi in una stabile realtà in grado di creare occupazione e divulgare una nuova visione della Calabria da bere.
Davide e Michele non si fermano, quindi sulla scia del senza zucchero e senza troppe costruzioni, presenteranno un limoncello e un liquore alla liquirizia “fatto a modo”. Tra queste novità spunta anche un interessante gin realizzato con il finger lime, in presentazione all’imminente Vinitaly 2023.
Serena Leo, piacere! Pugliese Docg, giurista per caso e storyteller per vocazione. Focalizzata su dettagli e sfumature, soprattutto quando si parla di enogastronomia, inizia a raccontare il mondo del vino con grande attenzione per la sua terra, partendo proprio dalle radici grazie a Wineroots.it. Segni particolari: calice pieno tra le mani, amante di distillati insoliti e introvabili. È costantemente alla ricerca di aneddoti che arricchiscano il piacere del buon bere, e perché no, del buon mangiare. L’imperativo categorico? Il bicchiere della staffa deve essere incredibile.
Assaggio: https://spiritoautoctono.com/2023/04/12/lacinio-liquori-amaro-milone/
Articolo Originale: https://spiritoautoctono.com/2023/03/28/amaro-milone-verso-la-calabria-dei-liquori-ancora-non-raccontati/